Oratorio San Biagio
Il parroco napoleonico Giacomo Maria Muratori fa una sintesi sulla storia dell’Oratorio di San Biagio in Muratori. Inizia con la fondazione della parrocchia di Calderina, risalente al 17 maggio 1586, che ebbe anche la giurisdizione su Muratori, Gorleri e Serreta, e data molti anni dopo, nel 1638, la fondazione dell’Oratorio di Muratori. I registri (nuovi), in effetti, sono iniziati proprio in quella data, ma prima c’era già un altro registro e si celebravano le Sante Messe.
Nel 1613, infatti, ci fu un legato, rogato dal notaio Agostino Confredo, di lire 9 per messe tredici annue da dirsi in San Biagio, come appare nel libro vecchio.
L’Oratorio è stata costruito qualche anno prima, pertanto è del 1600, forse addirittura ricostruito su una piccola cappella precedente. La dicitura esterna allo stesso Oratorio riporta la data del “sec. XVIII”, perché nel periodo Napoleonico lo stesso oratorio non era officiato, essendo in parte crollato. Parzialmente diroccato, coro e altare, nel 1793-1794, fu ricostruito in quattro anni e riprese a funzionare nel 1797. Le Sante Messe che si dovevano celebrare per legato erano dette nelle chiese di Varcavello o a Calderina.
Ad Albenga, nella biblioteca capitolare, tra i conti dei massari di Muratori, che iniziano il 1 gennaio 1638, si trova uno scritto, datato 1641, sul pagamento del quadro di San Biagio: “Item x il pitore x haver depinto l’afigura (sic) di San Biaggio £ 58.”
La paga di tre mesi di un lavoratore giornaliero. Lo stesso pittore fece anche il quadro di Dio Padre, che è in alto sopra l’altare.
Ai piedi dello stesso quadro di San Biagio ci sono due strumenti di tortura, usati per martoriare anche lo stesso Santo, simili a piccolissimi rastrelli con il manico di legno e i pettini di ferro.
Visitando a Oneglia il Museo dell’Olivo si trova lo stesso strumento quale attrezzo per la “brucolatura” delle olive: invece di raccoglierle a mano dagli alberi, anticamente le olive venivano raccolte anche con l’apposito strumento a pettine, realizzato in ferro e legno.
Nel 1640, dunque, il pittore di San Biagio conosceva la brucolatura delle olive?
Nell’Oratorio di San Biagio, il quadro del Santo era collocato sopra l’altare maggiore, dove fu tolto per qualche tempo per collocarvi il crocifisso, poi la richiesta pressante degli abitanti lo ha riportato al suo posto originale.
La facciata dell’Oratorio di Muratori, dove c’era l’intonaco da quasi due secoli (1795), è stata restaurata ai tempi di don Angelo Mela.
Con il restauro si sono evidenziate le pietre, rifatti ex novo gli angoli del semicerchio in alto e le due finestrelle in basso. L’angolo lungo la via, con il parere favorevole delle Belle Arti, invece, è stato tagliato, per permettere il passaggio delle autovetture.
Gli interventi hanno interessato anche la porta dell’Oratorio di San Biagio. Il restauro della stessa, come si nota nelle foto, è stato completato, nel 2008, da Renato Badoino, Luigi Giacomelli e Gigi Sessolo, diretti dall’artista Paolo Scati.
Il 7 novembre 1998 è ripresa la bella iniziativa, già promossa da padre Gianfranco, di celebrare una Santa Messa anche nell’Oratorio di San Biagio a Muratori (alle ore 18). Ed un anno dopo, nell’estate del 1999, la Santa Messa del sabato (delle ore 19) a Muratori è la più frequentata e partecipata tra le chiese della Parrocchia.
Il 23 novembre del 1998, l’Oratorio di San Biagio è stato arricchito con un organo elettrico.
Nel 2008, i fedeli che partecipano alla Santa Messa del sabato a Muratori hanno acquistato le vesti dei chierichetti e lo stendardo raffigurante San Biagio.
(*Notizie raccolte dalle vecchie edizioni del “Notiziario della Parrocchia Serreta, Calderina e Muratori”).