Lucus Bormani e zona archeologica
Nell’epoca romana si colloca proprio nell’area compresa tra Capo Berta e Capo Cervo, la mansio del Lucus Bormani, una stazione di sosta lungo la via Iulia Augusta fatta realizzare dall’imperatore Augusto nel 13/12 a.C., per facilitare i collegamenti tra la pianura padana e la Gallia meridionale. L’esistenza della mansio era già nota nelle fonti storiche, in particolare negli itinerari stradali, come l’Itinerarium Antonini (III sec. d.C.) e la Tabula Peutingeriana (IV sec. d.C.), che la collocano a quindici miglia tra Albingaunum (Albenga) e Costa Balenae (Capo Don, Riva Ligure). Intorno ad essa si svilupparono nuclei abitativi, con un’occupazione a scopo agricolo anche dell’immediato entroterra documentato da resti di ville suburbane e iscrizioni funerarie.
L'insediamento romano del I sec. a.C. prese il nome Lucus Bormani dalla fitta foresta, temuta dagli abitanti della zona, che si estendeva nella vallata di Diano fino a Capo Cervo e sacra al dio Bormanus il cui nome fa pensare che nella zona sgorgassero acque calde termali. Al culto indigeno si sostituì quello di Diana e la località divenne una importante stazione di sosta lungo la via Julia Augusta.
Pochi i resti romani messi in luce dato che il moderno centro di Diano vi si è sovrapposto: sono stati rinvenuti ruderi nei pressi dell'ospedale e della chiesa di San Nazario.
Particolarmente importante è il relitto della nave “a dolia” affondato lungo la rotta iberica attorno alla metà del I secolo d.C. nelle acque antistanti il golfo dianese, a mezzo miglio dalla costa e a quaranta metri di profondità. Il relitto aveva un carico di anfore piene di vino probabilmente provenienti dalla Spagna e dirette a Roma. I materiali sono conservati nel Museo Civico.
Chiesa dei Santi Nazario e Celso
L'edificio, sconsacrato e consto da un'unica aula con abside semicircolare in grandi conci regolari e monofore di tipo tardo romanico, è situato nella zona archeologica di Prato Fiorito ove sono stati rinvenuti gli insediamenti romani dell'antica Lucus Bormani. Fu costruito sopra ad altre costruzioni di epoca romana presentando un intricato stile architettonico di murature delle diverse epoche. Dal 2005 il sito archeologico è interessato da campagne di scavo - diretti dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri, su autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali tramite la Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria - dove già sono state rinvenute un'ottantina di sepolture.